Chi è il "credente"? |
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Chi è il
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Il non credente pensoso,
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"La mia religione è lottare con Dio" come dice
Miguel de Unamuno, il testimone del sentimiento tragico de la vida: la
religione sta tutta in questo "lottare
con Dio" ed il vivere è segnato dalla tragicità di
dover sostenere questa lotta.
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Chi si ferma è "perduto"...
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La compresenza di fede e non credenza è radicata nella stessa condizione umana: nel più profondo delle sue domande, di fronte al dolore e alla morte, l'uomo raramente si presenta come qualcuno che è arrivato alla meta, ma come un cercatore della "patria lontana", quella finale, desiderata, intravista ma non posseduta.
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L'uomo è un pellegrino verso la vita,
un "mendicante del cielo", per usare l'espressione di Jacques Maritain.
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La vera tentazione per l'uomo è quella di fermarsi, di sentirsi arrivato, di avere la "verità", non più esule in questo mondo, ma possessore, dominatore del mondo, soddisfatto...
Quell'uomo ha cancellato non solo Dio ma la propria dignità di essere umano. Anche nella fede la grande tentazione è quella di fermarsi. Ma, allora, che fine fa l'esempio di Gesù che, di scelta in scelta, arriva all'abbandono di sé e all'affidamento totale al Padre sulla croce? Si tratta di un cammino che non ha fine: siamo chiamati a scegliere continuamente, nella nostra libertà, e dobbiamo cercare di uscire sempre più da noi stessi per far spazio a Dio, quel Dio che "ha avuto tempo" per l'uomo. |
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" Che cosa ritieni di essere? più "credente" oppure "non-credente"
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Se la tua vita è rimasta la stessa, non è mai cambiata, è uguale a quella di tutti gli altri... puoi dirti "credente"? oppure, non sei ancora arrivato a capirlo, per il semplice motivo che quando sei "credente" senti come un fuoco dentro che ti infiamma, sei costretto a lasciare dietro di te le cose che non contano, a cambiare completamente?
La differenza non è tanto fra credenti e non credenti ma tra pensanti e non pensanti, tra uomini e donne che hanno il coraggio di vivere la sofferenza, di continuare a cercare per credere, sperare, amare, e uomini, donne che hanno rinunciato alla lotta, che sembrano essersi accontentati di quello che hanno e non sanno più accendersi di desiderio e nostalgia al pensiero dell'ultima patria.
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Fa che stanco non smetta di cercarti,
ma cerchi il Tuo volto sempre con ardore. Dammi la forza di cercare, Tu che ti sei fatto incontrare, e mi hai dato la speranza di sempre più incontrarti. Davanti a Te sta la mia scienza e la mia ignoranza; dove mi hai aperto accoglimi al mio entrare; dove mi hai chiuso, aprimi quando busso. Fa che mi ricordi di Te, che intenda Te, che ami Te. (Sant'Agostino, De Trinitate) |