Molti dei concetti di cui parlano i fisici oggi (spazio-tempo, particelle o stati quantici,...) erano privi di significato per i nostri antenati. Ma chissà come saranno giudicate le nostre teorie tra 100 anni? Si sorriderà del nostro linguaggio, delle nostre scoperte...?
La stessa rivoluzione dei concetti di spazio e tempo introdotta dalla fisica
einsteiniana non è ancora stata assorbita dal nostro modo di pensare:
per esempio la relatività generale conduce alla negazione di un'esistenza "reale" di
spazio e tempo eppure noi continuiamo ad esprimere i risultati dei nostri
esperimenti di fisica scolastica con le vecchie dimensioni spazio e tempo
separate...
E c'è anche chi, come Lee Smolin del Perimeter Institute for theoretical Physics di Waterloo, ritiene che la teoria definitiva debba riguardare non i campi, e neppure lo spazio-tempo, ma lo scambio di informazione fra processi fisici. E se l'informazione fosse proprio ciò di cui è fatto il mondo? Il principio secondo cui il mondo è un computer che registra ed elabora informazione non sarebbe poi lontana dalla realtà (cfr. Le Scienze, Gennaio 2005).
Sembra che...
Sembra che... di strada da percorrere ce ne sia ancora tanta...