(1) Il mistero non potrà essere svelato

se non con l'aiuto del Creatore del mondo. Perché?

Parte 1 Parte 2 Parte 3      
Abbiamo visto che in uno degli sviluppi della fisica più promettenti (per mettere insieme la visione del mondo macroscopica, dominato dalla gravità, ed il mondo delle particelle subatomiche, con l'altra grande teoria, quella quantistica), nella teoria delle supestringhe, si prevede l'esistenza di 6 dimensioni extra, oltre alle quattro a noi familiari dello spazio-tempo.
In pratica, noi vediamo dentro una bolla un universo a 4 dimensioni ma che cosa succede nelle altre dimensioni? Che influenza hanno su di noi? Come si evolvono?

Il mistero sembra infittirsi...


 
Proviamo a pensare ad una realtà a noi vicina, "umana"...: possiamo richiedere ad un computer di spiegare come funziona al suo interno, perché è stato costruito, cosa succederà quando non sarà più utilizzabile,... ?

Solo il suo inventore potrà istruire il computer, come pure conoscere il significato/valore della sua creatura (da solo, il computer arriverà solo dove gli è consentito...)

Non sarà la stessa cosa per noi stessi?

Noi, talvolta, vorremmo che il nostro Creatore si manifestasse apertamente, in modo evidente (con dei miracoli, degli eventi grandiosi,...) così da togliere qualsiasi dubbio sulla sua esistenza, sui suoi poteri,...
Ma non è questo il suo modo di agire: se lo facesse perderemmo la nostra libertà, lo ascolteremmo con spirito di sudditanza o, ancor peggio, di paura; non sarebbe il Dio dell'Amore e noi saremmo solo degli schiavi..
Il velo del mistero resterà, quindi, almeno fino a quando dura la nostra condizione...
 

Il mistero per ora rimane...

I limiti della condizione umana rimangono. In ogni caso, non possiamo pensare di arrivare a scoprire un Assoluto, un Dio che ponga la parola fine ai nostri dubbi.
Il Dio della rivelazione biblica non è solo il Dio delle certezze assolute, dei "ponti sospesi" ma anche un Dio del rischio, dell'impossibile possibilità. La stessa parola "ri-velazione" (con quella particella "ri") mantiene al tempo stesso il significato di "togliere il velo" (rendere manifesto quello che è nascosto) e di "infittire il velo" (nascondere ulteriormente), per cui il mistero resterà. E il cristianesimo non è "pietra di inciampo"?

Rimarrà anche la nostra libertà di prendere posizione...
Il risultato non può però essere l'indifferenza né la resa...
 

E se fossero proprio le cose che non si vedono a dare senso e forma a quelle visibili?

E se provassimo a camminare nelle nebbie e nelle oscurità di questo mondo
"come se vedessimo l'invisibile" ?

E se ci affidassimo incondizionatamente
non su piccole lucciole vaganti nella notte
ma sulla promessa del nostro Creatore, senza chiedere prove?

"Noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili.
Le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili sono eterne".
(2 Lettera Corinti 4,18)