Affidarsi...In ascolto...La  ParolaE' gioia...

E' tempo di ascolto...

           

Da che cosa si parte?

...da un grido del cuore...

Ci si mette in uno stato di "autenticità" (non posso fingere con me stesso e con l'Altro), si cerca di trovare un atteggiamento di disponibilità, di fiducia, di abbandono, di certezza di essere ascoltati, di sicurezza, di superamento della paura, di chiarezza di rapporto.

Proviamo a chiederci: se dovessi gridare, esprimere con un'invocazione ciò che chiedo a Dio di più profondo, ciò che maggiormente mi sta a cuore, in questo momento, come lo esprimerei?

Potrebbe essere:
"Signore, abbi pietà di me perché... "
"Signore, non ne posso più"
"Signore ti lodo per... "
"Signore, ti ringrazio per... "
"Signore, vieni in mio soccorso perché.... "
"Signore, sono sfinito"

perché non cercare tra le invocazioni di altri prima di noi? magari una pagina della Scrittura in cui mi posso specchiare...?

Se dovessi esprimere la mia situazione in quale personaggio, in quale figura, in quale scena del Vangelo mi metterei?
 

Come predisporsi all'ascolto?

"Povertà" e "silenzio"...

E' necessario entrare nel dialogo come poveri che hanno bisogno di essere arricchiti, in assenza di pretese, non come possidenti; partire da uno stato di azzeramento di noi stessi, consci di non avere niente da portare a Lui, ma tutto da ricevere : è un po' la situazione del cieco che supplica : "Signore, che io veda", che io possa comprendere, che possa pronunciare le parole che lo Spirito mi suggerisce.

Visto poi che si tratta di ascoltare è importante fare "silenzio". Spesso riteniamo che il silenzio nasconda un principio di noia, di stanchezza e fa paura. Bisogna fermarsi un po' a riflettere per rendersi conto che non è così. Il silenzio può essere indispensabile:
  • per comprendere ciò che è veramente essenziale (quello che realmente dà senso alla vita). Spesso saltellando da una cosa al''altra nella fretta di "fare" non ci accorgiamo più come si svolge la nostra vita. In realtà esiste un modo di vivere differente...
  • per rivolgerci seriamente agli altri. Ne abbiamo bisogno in quanto predispone a riconoscere e accogliere ciò che l'altro ha nel suo cuore, le sue parole, i suoi desideri. Silenzio allora per non nascondere il volto dell'altro con i nostri soliti pensieri.
  • per fare spazio dentro di noi e cogliere quella novità che sorprende e di fronte alla quale trova posto l'ascolto intelligente, la concentrazione, un'adeguata opera di discernimento fra la Parola di Dio e le nostre parole.
Fare quindi silenzio per mettersi in ascolto della Parola di Dio.

Qual è il luogo migliore?

Solo "nella tua cameretta"

o dove sono 2 o 3, (quindi, con gli altri)...
   

Che cosa mi stai chiedendo...?

...ascoltare e fare...

Alla fine occorre orientarsi alla carità.
Questa è la meta finale a cui siamo chiamati ma è importante non dimenticare le radici di ogni nostro fare, di ogni nostro servizio alla gente e specialmente ai più poveri.
Il dialogo con l'Altro, la preghiera, come la carità, è un dono dall'alto. Ci mette a servizio di una società più giusta. Ci fa vedere il mondo con gli occhi di Dio. Da un dono come questo possono nascere tante cose...
 
 

A noi spetta l'adesione

Non è sufficiente restare in equilibrio tra la realtà umana e la realtà divina: occorre essere sbilanciati e cadere nella follia dell'amore.

L'ambito in cui dobbiamo finire è quello definito da Gesù anche con tinte forti: odia la tua vita, perdona settanta volte sette, vendi tutti i tuoi beni,... lo stesso ambito di eccesso dell'amore di Dio.