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Annalena ha scritto (prosegue):Un esempio... "E' tempo di concludere. Ai Somali (*) molto ho dato, dai Somali molto ho ricevuto. Il valore più grande che loro mi hanno donato, valore che ancora io non sono capace di vivere, è quello della famiglia allargata, per cui, almeno all'interno del clan, tutto viene condiviso, la porta è sempre spalancata ad accogliere fino all'ultimo membro del clan. La mensa è sempre condivisa. Quello che è stato preparato per dieci, sarà condiviso con chiunque si presenterà alla porta con la massima naturalezza. Non ci sono e non ci saranno recriminazioni, lamenti, vittimismi. E' la cosa più naturale del mondo condividere con i fratelli. ...Laggiù condividere fa parte dell'esistenza. E poi quella loro preghiera cinque volte al giorno... l'interrompere qualsiasi cosa si stia facendo, anche la più importante, per dare tempo e spazio a Dio. Da quando sono con loro, son trent'anni che io mi struggo perché anche nel nostro mondo noi fermiamo i lavori, ci alziamo se dormiamo, interrompiamo qualsiasi discorso per fare silenzio e ricordarci di Dio, meglio se assieme ad altri, per riconoscere che da lui veniamo, in lui viviamo, a lui ritorniamo. Ma il dono più straordinario, il dono per cui io ringrazierò Dio e loro in eterno e per sempre, è il dono dei miei nomadi del deserto. Musulmani, loro mi hanno insegnato la fede, l'abbandono incondizionato, la resa a Dio, una resa che non ha nulla di fatalistico, una resa rocciosa e arroccata in Dio, una resa che è fiducia e amore. I miei nomadi del deserto mi hanno insegnato a tutto fare, tutto incominciare, tutto operare nel nome di Dio. Bismillahi Rahma, Ni Rahim... Nel nome di Dio onnipotente e misericordioso... Ci si alza nel nome di Dio, ci si lava, si pulisce la casa, si lavora, si mangia, si lavora ancora, si studia, si parla, si fanno le mille cose di ogni giornata, e finalmente ci si addormenta: tutto nel nome di Dio. La consuetudine del nome di Dio ripetuto incessantemente, che già aveva sconvolto e affascinato la mia vita con i racconti del pellegrino russo prima della mia partenza, ha trasformato la mia vita permanentemente. Rendo grazie ai miei nomadi del deserto che me lo hanno insegnato. Poi la mia vita mi ha insegnato che la mia fede senza amore è inutile, che la mia religione cristiana non ha tanti e poi tanti comandamenti ma ne ha uno solo, che non serve costruire cattedrali o moschee, né cerimonie o pellegrinaggi... che nell'eucarestia che scandalizza gli atei e le altre fedi racchiude un messaggio rivoluzionario: "Questo è il mio corpo fatto pane perché tu ti faccia pane sulla mensa degli uomini, perché, se tu non ti fai pane, non mangi un pane che ti salva, mangi la tua condanna".
(*) Annalena Tonelli è stata uccisa in Somalia dopo 33 anni da lei dedicati a curare i malati d'Africa, "a servizio senza un nome, senza la sicurezza di un ordine religioso, senza appartenere a nessuna organizzazione, senza uno stipendio, senza un salario, senza versamento di contributi volontari,..."
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