I simboli e la verità del mito...

 


Il mito è connesso con l'idea di verità?

Il linguaggio religioso è linguaggio simbolico?

Come definire la persona umana?

 

 
 

Le caratteristiche del simbolo sono state ben messe in luce dall'ermeneutica contemporanea (Ricoeur e Pareyson).

Per Ricoeur:

  • i segni tecnici sono perfettamente trasparenti e ponendo un significato non dicono altro che quello che vogliano dire,
  • i segni simbolici nascondono nella loro visuale una doppia intenzionalità, sono opachi, perché il senso primario letterale, palese, indica già analogicamente, un senso secondo che non può essere dato altrimenti che in lui.. Questa capacità costituisce la profondità del simbolo che è inesauribile. “Il simbolo è il movimento che a partire dal suo senso primario ci fa partecipare al suo senso latente e così ci assimila al simboleggiato, senza che noi possiamo dominare intellettualmente la similutidine”.

Per Pareyson caratteristiche del simbolo sono la tautegoricità, per cui esso non si limita a rappresentare un oggetto attraverso un'allusione, ma in qualche modo lo è, ponendosi come sua presentazione vivente, e l'inseparabilità di verità e trascendenza, che indica come nel simbolo la trascendenza sia presente nella sua ulteriorità e inesauribilità, un'inesauribilità che esso coglie nel silenzio, convertendo l'ineffabilità della trascendenza in infinita effabilità.

“Insomma il mito è espressione di verità e realtà, è verità esperita, ciò che implica un coinvolgimento totale: umanità e trascendenza uomo e Dio”. Nel mito si incontrano poesia, riflessione, praticità, religione, racconto umano e parola originaria divina, esso dà una rappresentazione della divinità e una narrazione poetica dei suoi atti , “che è come dire il racconto di quella libertà assoluta che sta alla sorgente del reale” (Pareyson).


 

 

Il mito, a questo punto, non è depositario di una verità inesauribile e lungi dall'opporsi alla ricerca la stimola...

... come le “idee estetiche” di cui parla Kant “dà da pensare”...

nessun concetto, nessuna espressione razionale, lo esaurisce.

 

L'uomo si definisce per il suo rapporto con l'essere, con la verità,...?

o, piuttosto, per i suoi rapporti con il mondo?

 
(liberamente estratto dalla relazione del Prof. Giuseppe Riconda)