Con il Progetto Condiviso della Curia “Per un uomo umano”, ho avuto la possibilità di entrare in contatto con diverse realtà scolastiche (dalle elementari alle superiori).
Possodire, prima di tutto, che, ovunque, l’accoglienza è stata molto buona, perché c’è fiducia nella Curia e perché il progetto risponde ad esigenze reali.
Gliincontri che svolgiamo vengono graditi anche dai ragazzi perché non si trattadi conversazioni sterili che non portano a nulla, ma si tratta di incontri che,sempre, portano ad una esperienza concreta che è davvero gradita.
Nelmio caso le esperienze affrontate sono state: le attività al Sermig e l’esperienza del Silenzio.
Ecco,la chiave, dal mio punto di vista, è l’aver collegato le tematiche affrontate all’esperienzialità. I bambini, i ragazzi, hanno bisogno di vedere percredere, per imparare e per capire. Ed hanno ragione, perché l’educazione passa attraverso l’esempio ed è dunque imitazione di un modello di cui si sia potuta fare esperienza.
Da quest’anno più progetti sono stati aperti alle scuole primarie e l’adesione èstata notevole. Le maestre cercano progetti proprio per poter “agganciare” i percorsi proposti in classe ad esperienze concrete. Gli argomenti, gli strumenti, le attività che proponiamo non si esauriscono nei 3-4 incontri, ma aprono un percorso più lungo da proseguire in classe con l’insegnante durante tutto l’anno. Questo può accadere grazie alla collaborazione che si crea proprio coi docenti.
Mi piacerebbe, per il prossimo, o i prossimi anni, riuscire a coinvolgere in più progetti le classi prime e le scuole dell’Infanzia (ovviamente adattando i percorsi all’età).
Si parla tanto di insegnare le lingue quando i bambini sono piccoli, perché sono molto recettivi. Io ne sono convinta, ma sono altrettanto convinta che la stessa recettività si possa far fruttare attraverso percorsi educativi rivolti alla formazione, intesa come “sviluppo armonioso di tutte le capacità dell’uomo e della sua vocazione” (pg.70).
In particolare,io credo che ci sia la necessità di iniziare presto, molto presto a gettare le basi per la crescita personale. Un bambino è una spugna, ma non ha grossi filtri.I filtri se li costruisce crescendo, ricorrendo agli strumenti che, man ,mano sarà riuscito ad acquisire.
Se io voglio andare in cima ad una montagna, mi devo allenare, non posso improvvisare, altrimenti rischio di farmi male, o di perdermi, o di mollare a metà strada. Ma se mi sono allenato, se ho portato l’attrezzatura giusta, se ho studiato bene il percorso, sarò in grado di tentare la cima e di ritirarmi quando mi renderò conto che le condizioni non sono giuste per affrontare la vetta.
I nostri piccoli scalatori hanno bisogno di cartine, attrezzatura ed allenamento e con le loro riserve inesauribili di energia ed entusiasmo, sono pronti a partecipare !
Anna Villa |