Il testo che ci è stato proposto ci stimola ad identificareun cammino per contribuire ad assolvere al compito della Chiesa diannunciare il Vangelo agendo in modo efficace nell’esperienzastraordinaria dell’educare.
L’educazione è una delle esperienze più grandi che l’uomopossa fare, sia come soggetto passivo, sia come soggetto attivo. L’esperienzareligiosa può passare attraverso il processo educativo.
La Chiesaha un Messaggio importante da comunicare, un Messaggio sul senso della vita. Questo messaggio ha bisogno di una condizione di libertà peressere esplorato in profondità nella sua grandezza e semplicità. La formazionedi un uomo libero può essere considerato l’obiettivo generaledell’educazione in campo umano e in questa condizione l’esperienzareligiosa può essere proposta.
Molti si sono cimentati su questa strada. Si può valutarel’efficacia delle attività educativeattuate in questi anni?
Si, basta guardarsi intorno. Non è tutto uniforme: ci sonoambienti dove l’azione educativa sembra abbia avuto maggiore successo, in altrimeno.
Le Chiese vuote, soprattutto di giovani, indicherebbero uninsuccesso dell’azione educativa e soprattutto dell’educazione religiosa o almeno dell’azione comunicativa.I giovani hanno preferito seguire altri ambienti, altre proposte, altri messaggi.
Anche il tuffo di molti giovani nelle dipendenze più o menotossiche è segno della incapacità di trasmettere dei buoni segnali di speranza.Analisi condotte sulle acque del fiumePo, che raccoglie le deiezioni di circa 1 milione di persone, rivelano lapresenza di metaboliti legati all’usodella droga da parte di circa 10.000persone al giorno. Il tuffo nelle dipendenze è l’annuncio delfallimento educativo. Questa è la ragione del termine emergenza in campoeducativo.
Infine da evidenziare è anche la grande intensità dei messaggi dicomunicazione che vengono diffusi nel corso di una giornata attraverso idiversi mezzi (Tv, radio, stampa, telefono, internet, musica). L’intensità e lavelocità è tale da non poter distinguere e verificare i segnali buoni da quelli cattivi, il verodal falso.
I segnali con cui siamo bombardati hanno comunque effetto sudi noi a meno che non ci si protegga adeguatamente. Per convincersene bastafare un esperimento con noi stessi e constatare quali immagini e pensieririchiamano alla nostra mente i seguenti toponomi: Cogne, Garlasco e Avetrana.
Come Diocesi nondisponiamo degli strumenti e dei mezzifinanziari per agire in ogni settore enella misura che vorremmo: dobbiamo per forza scegliere e focalizzare l’attenzione in ambiti circoscritti. Così come i primi Apostoli, pur volendoprobabilmente annunciare il Vangelo ovunque, si sono accontentati dei loromezzi, così noi ci si deve arrangiare con quel che si ha, concentrandolo sforzo su alcuni gruppi o situazioni di vita.
Noi però abbiamo molti più mezzi e conoscenze degliApostoli, quindi più responsabilità. Non ci dobbiamo porre però in affanno perché sappiamo che la Provvidenza veglia su di noi che ci spremiamo le meningi.
La nostra attenzione per l’azione educativa forse può essereaumentata , e anche affinata, se si ha una percezione più precisa di quali sono i momenti della vita in cui vi è maggiore sensibilità eanche quali sono le conseguenze di una assenza di azione educativa.
Certamente la trasmissione di ogni cosa richiede tre elementi: un contenuto, unsoggetto che lo invia e un soggetto chelo riceve.
Si parte generalmente dall’esperienza genitoriale alla qualesi è impreparati se si confronta con l’impegno posto per realizzare altreattività. E’ abbastanza normale confidare nella natura: J.J. Russeaux ha lasciato tracceindelebili. Certamente non influiscemolto ciò che può giungere dalle famiglie di origine dei due genitori, ovverodai nonni, perché le giovani coppie pensano di saperla lunga. Ciò che è tradizione generalmente è visto come superato ed obsoleto. Anche l’insegnamentodella Chiesa al di fuori del mondocattolico è visto come arretrato.
Tuttavia se c’è sufficiente attenzione e una minima responsabilità si fa l’esperienzadella grande influenza esercitata dal mondo esterno sulla crescita dei neonati. Si pone quindi benpresto il problema di che cosa insegnare ai propri figli; c’è la percezionechiara che tutto non può essere organizzato in modo provvisorio nell’attesa della maggiore età;prende corpo la domanda sulla necessità di scegliere che cosa insegnare,da dove si comincia. Allora è necessario mettere ordine tra le proprie cose edecidere quali tra queste sono importanti e quali no. L’azione educativa daesercitare sul neonato costringe ad educare il genitore educatore.
Questo richiede uno sforzo non trascurabile che riguarda ilproprio stile di vita, le proprie convinzioni personali e anche quellereligiose.
Questo sforzo sarà ancora più stringente quando si farà esperienza diretta del giudiziospietato e schietto dei figli sul comportamento dei genitori. I figli, anchepiccoli, hanno infatti la capacità dicogliere ogni incoerenza.
Il tempo in cui gli sposi diventano genitori è quindiil tempo nel quale viene svolto unlavoro educativo nei confronti dei figli attingendo ad un lavoro educativo susé stessi. Forse è una delle più grandi possibilità che si ha per agire concretamente su sé stessi avendo ifigli come specchio del proprio comportamento personale soprattutto nellarelazione coniugale.
Oltre che essere documentato scientificamente è noto come leinsegnanti di scuola materna in una classe di 20-30 allievi sappianoidentificare agevolmente i bambini chevivono in ambienti familiari stabili e ordinati dove papà e mamma si voglionobene e i bambini con situazioni familiari turbolente con conflitti tra igenitori. Altrettanto noti sono gli effetti di queste stabilità e instabilitàsul comportamento, sull’apprendimento e sulla serenità dei bambini.
Altro ambito assai critico su cui intervenire potrebbeessere quello dell’adolescenza. Sono moltissimi i genitori che desiderano farcrescere velocemente i figli e soprattutto in ambito sessuale sono totalmentedisorientati. Qui c’è un vuoto da colmare per ora riempito solo dal mondocommerciale. Da parte dei ragazzi c’è attesa per indicazioni serie, precise inopposizione ai messaggi sfumati e relativistici.
Sulla base delle esperienze condotte con MPV e altre Associazioni gran parte dei ragazzi dellascuola secondaria (media + liceo) ha un buon livello di attenzione erecettività per cui si possono proporre dei percorsi impegnativi, dellesfide: educare alla sessualità comeeducazione all’amore vero e la proposta del matrimonio cristiano.
Con queste premesse sembra opportuno focalizzarel’attenzione sui genitori della scuola dell’infanzia e sugli adolescenticongiuntamente con i loro genitori che proprio in questa fase tendono ad“abbandonare” i figli.
Per i genitori della scuola dell’infanzia si potrebbe cominciare con le scuoleparitarie della FISM che sono scuole di ispirazione cristiana e dove il POFè coerente con il Magistero. La popolazione scolastica che si avvale di questescuole è circa il 40% del totale. Questo servirebbe da stimolo anche per lealtre scuole, generalmente comunali, che potrebbero richiedere ciò che viene proposto alle scuole paritarieFISM.
Nelle scuole FISM dovrebbe essere elaborato per l’anno scolastico 2011-2012 una prima approssimazione di un pianopastorale per i genitori con almeno una riunione mensile di formazioneobbligatoria.
Anche per l’educazione degli adolescenti e la formazione deiloro genitori vedrei bene una partenza focalizzata sulle scuole cattoliche chesono anche scuole paritarie. In Diocesi riguardano il 10% circa dellapopolazione scolastica. Le scuole cattoliche, a norma del Codice di Diritto canonico sono sotto lagiurisdizione dell’Ordinario del luogo, e nel caso nostro dell’ Arcivescovo. La diocesi ha quindi titolo perpoter agire più efficacemente.
Nelle scuole statali è molto più difficileintervenire e le due possibilità sono:
a) insegnanti di Religione cattolica (IRC)
b) attività parrocchiale per l’amministrazione dei sacramenti (Eucarestiae Cresima)
In questi ultimi 40anni è stata seguita preferenzialmentela pastorale nelle scuole statali con i canali indicati e i risultati sonosotto gli occhi di tutti.
Questa soluzione potrebbe destare perplessità inchi si è impegnato molto in questi anni per migliorare IRC nelle scuole statali e attività nelle Parrocchie. Tuttinoi si vede come la maggior parte dellefamiglie si sia avvalsa del percorso deipunti a) e b).
Tuttavia unaattenzione supplementare per le scuole paritarie cattoliche non significa discriminaregli allievi della scuola statale, ma impiegare le scuole paritarie per stimolare i genitori e insegnanti delle scuole statali. In sintesi la scuola paritaria cattolica, massacrata da decenni di leggi ingiuste alimentate da pretestuosi pregiudiziideologici ottocenteschi, funzionerebbe nei prossimi 10 anni da starter, da avviamento per ripartire con una vera e piena educazionecattolica. |